Questa domanda sulla malattia di Parkinson è una delle più digitate su Google, in Italia e non solo. Cominciamo col rispondere che oggi, con attente cure, il Parkinson NON porta alla morte: i parkinsoniani possono sperare di vivere in modo pressoché normale, e la loro qualità di vita può essere stabilizzata per molto tempo su un livello buono o accettabile.
Ricordiamo che il Parkinson è una delle rare malattie che affliggono la popolazione di una certa età. La sua dimensione epidemiologica, cioè i suoi dati statistici (importanti per la prognosi, la programmazione clinica e sociale degli interventi e delle risorse di ogni malattia) ci dicono che:
- è la seconda malattia neurodegenerativa (cioè non dovuta a disturbi circolatori, traumi, tumori, infezioni, intossicazioni) dopo la malattia di Alzheimer;
- ne sono affetti, nel mondo, da 7 a 10 milioni di persone. La prevalenza (casi esistenti in quel dato periodo di osservazione) varia da 41 persone ogni 100.000 abitanti nella quarta decade di vita a più di 1900 persone su 100.000 abitanti nella fascia degli ultraottantenni;
- negli Stati Uniti d’America circa 1 milione di persone ne è affetto (più di quanti siano affetti da Sclerosi Multipla, Distrofia Muscolare e Sclerosi Laterale messi insieme), con 60.000 nuovi casi diagnosticati all’anno;
- nel Regno Unito ne sono circa 127.000 con una prevalenza di circa 1/500 persone, ogni ora viene diagnosticato il Parkinson in una persona solitamente al di sopra dei 50 anni.
Gli uomini si ammalano di Parkinson più delle donne?
Sì. La malattia si presenta 1,5 volte più frequentemente negli uomini rispetto alle donne. La sua incidenza (i nuovi casi diagnosticati per ogni anno) cresce con l’età, sebbene si stabilizzi negli ultraottantenni. Si stima che il 4% di persone affette da Parkinson riceva la diagnosi prima dei 50 anni. Va considerato comunque che molti casi non sono diagnosticati:
- nei Paesi Occidentali a prevalente economia liberale, per il costo dei servizi sanitari (che ne scoraggia l’accesso ai cittadini a basso reddito e senza coperture assicurative);
- negli altri Paesi, per la scarsità o assenza dei servizi e delle risorse.
Negli Stati Uniti i costi diretti e indiretti, più il mancato reddito per inabilità al lavoro, raggiungono i 25 miliardi di dollari l’anno. Il costo medio per le terapie farmacologiche è di 2500 dollari/anno, e quello della chirurgia può arrivare a 100.000 dollari per paziente (come riporta il sito americano Parkinson’s news today in un articolo di gennaio 2019).
Quali sono i sintomi del Parkinson e come si cura questa malattia?
Nel mio articolo Come si manifesta la malattia di Parkinson? ho scritto dei sintomi del Parkinson che riconosco dai racconti dei miei pazienti e dei loro familiari. Ti invito a leggerlo. E poi c’è quella domanda che tutti prima o poi mi fanno: «Dottore, ma tutto questo quando inizia e come si cura?», domanda che nel gergo di noi medici si tradurrebbe così: Qual è la storia naturale di malattia?
Si parla di storia naturale perché i progressi della terapia farmacologica, della riabilitazione, della prevenzione e cura delle complicanze, hanno completamente mutato il profilo clinico e il decorso della malattia: per esempio, prima dell’introduzione della Dopa (tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio degli anni ’70 del secolo scorso) e della sua diffusione universale nella pratica clinica di tutti i giorni, la malattia conduceva rapidamente alla completa immobilità e all’impossibilità a deglutire e, quindi, alla morte. Oggi, per fortuna, grazie a:
- una diagnosi precoce e accurata,
- l’impiego di tutti i presidî:
- farmacologici molteplici,
- riabilitativi neuro-motori,
- psicoterapici e di stimolazione cognitiva, nonché di
- nursing per le fasi avanzate e terminali,
si è potuto donare all’ammalato una vita più lunga e dignitosa. Ricordi il film Risvegli con lo straordinario Robert De Niro?
Se vuoi altre informazioni sulla malattia di Parkinson, trovi articoli nel mio blog che ti possono essere utili. E se hai bisogno di me, contattami.
Giuseppe Sanges
Specialista in Neurologia
Sono Medico specialista in Neurologia e in Ricerca epidemiologica delle malattie neurodegenerative. Da trent’anni curo quotidianamente persone affette da Parkinson, Cefalee e Alzheimer. Sono anche docente di Neuroscienze per Enti pubblici e privati.
Scrivo gli articoli che pubblico nel mio blog pensando ai miei pazienti e a coloro che, nelle loro ricerche su Internet, vogliono trovare informazioni scientifiche corrette. Spero di essere utile anche per te.