La classica domanda delle numerosissime persone che soffrono di mal di testa è “Dottore, da che dipende?” Purtroppo, una spiegazione univoca e certa non c’è. Per le forme cosiddette “primarie” di cefalea (cioè il mal di testa non dovuto a lesioni o malattie documentate) la causa rimane ancora del tutto sconosciuta.
Quali sono le cause del mal di testa?
Per secoli la causa è rimasta ammantata di mistero. Nei decenni tra la fine del ‘900 e il 2000 si sono sviluppate teorie che si sono succedute e sovrapposte tra loro. Gli esponenti della cultura scientifica di tutte le epoche, da quella classica all’età moderna, hanno elaborato tesi e congetture spesso estremamente singolari e fantasiose per spiegare una condizione tanto misteriosa quanto difficile da curare. Di conseguenza, anche i rimedi terapeutici proposti, raramente utili, erano non di rado bizzarri o addirittura ripugnanti, improntati su concezioni di tipo alchemico e magico.
Quali erano le cure per il mal di testa nel passato?
Molti secoli fa, quindi, si attribuiva la genesi del mal di testa agli dèi o ai demoni, anzi, testi assiro-babilonesi del 1500 a.C. la attribuiscono a uno specifico “demone”. L’antropologia ci ha tramandato rimedi fantasiosi e apparentemente bizzarri, innumerevoli quasi quanto le culture e le etnie: tra questi c’era l’aspersione della testa con liquidi e unguenti di varia composizione, come per esempio l’olio derivato dalla testa del pesce siluro! (dal Papiro Ebers, 1550 a.C., uno dei più corposi testi di medicina e magia dell’antichità), da associare alla preghiera o a complessi rituali scaramantici, magari con la mediazione di uno sciamano.
Due civiltà importantissime, tanto distanti geograficamente quanto temporalmente, usavano esorcismi e formule magiche nei loro complessi rituali: gli Egizi e i Maya. Si andava dal porre sulla testa dell’ammalato un piccolo coccodrillo di argilla con in bocca del grano sacro, fino a pratiche invasive. Gli archeologi hanno infatti rinvenuto crani di persone sottoposte alla pratica della trapanazione del cranio, per far sì che gli “spiriti maligni” fuoriuscissero dalla testa. Da neurologo mi piace immaginare che tale pratica, invece, avesse una reale utilità terapeutica, per esempio drenare eventuali raccolte intracraniche di sangue, da traumi accidentali o violenti colpi inferti alla testa, certamente frequenti in un mondo dedito a duelli e guerre.
Fortunatamente, oggi abbiamo a disposizione presidi terapeutici efficaci e maneggevoli dal punto di vista della comodità di assunzione e della tollerabilità delle cure. Se hai trovato utile questo articolo e vuoi saperne di più, contattami. Mi farà piacere esserti di aiuto.
Giuseppe Sanges
Specialista in Neurologia
Sono Medico specialista in Neurologia e in Ricerca epidemiologica delle malattie neurodegenerative. Da trent’anni curo quotidianamente persone affette da Parkinson, Cefalee e Alzheimer. Sono anche docente di Neuroscienze per Enti pubblici e privati.
Scrivo gli articoli che pubblico nel mio blog pensando ai miei pazienti e a coloro che, nelle loro ricerche su Internet, vogliono trovare informazioni scientifiche corrette. Spero di essere utile anche per te.