I nostri anziani da sempre, e con il Covid-19 in particolare, rappresentano l’anello più debole della catena sociale e clinico-assistenziale. Ad essi e ai disabili è destinata, giustamente, la quota maggiore del capitolo di spesa e di assistenza del sistema di welfare del nostro paese.
Gli anziani rappresentano la nostra storia, i nostri affetti più antichi e radicati, il legame con il nostro passato e quello collettivo. Sono una risorsa umana e affettiva incomparabile.
Cosa e come fare per assisterli e proteggerli al meglio?
1. Incoraggiare uno stile di vita salutare
Oltre al consueto monitoraggio periodico clinico e di laboratorio è importante incoraggiare uno stile di vita salutare, che vuol dire soprattutto:
- incrementare, laddove possibile, una moderata ma costante e quotidiana, attività fisica;
- implementare un’organizzazione della giornata con orari ben definiti, per evitare pigrizia, sonnellini inappropriati, abitudini alimentari scorrette, con conseguenti ricadute svantaggiose su sonno notturno, stato di allerta e consapevolezza spazio-temporale, peso corporeo e metabolismo.
L’igiene personale è fondamentale, in particolare quella orale, con l’aiuto dell’igienista dentale e dell’odontoiatra, come quella delle unghie, che possono diventare fonte di infezioni croniche perché ricettacolo di germi, e quella del piede (nel diabetico, in particolare, va accuratamente evitata la complicanza del cosiddetto piede diabetico che porta ad ulcere e piaghe, difficili da guarire!).
2. Incoraggiare il movimento
Laddove possibile “restaurare” i sensi con l’uso di occhiali, protesi acustiche, adeguate e aggiornate, mettere in sicurezza il movimento con scarpe antisdrucciolo, comode ma contenitive, da usarsi anche in casa (no alle pantofole! come consiglio ai Parkinsoniani e non solo a loro, nel mio post Consigli pratici per chi soffre di Parkinson). Vincendo preconcetti e stigmi, incoraggiare l’uso del bastone (si intende quello canadese a tripode, non l’infido “bastone da passeggio”), oppure, a seconda della disabilità deambulatoria, l’impiego del deambulatore (comunemente detto “girello” per similitudine con quello usato dai bambini) o della sedia a rotelle.
3. Evitare il contatto con persone esposte al Covid-19
In epoca di Covid va evitata l’esposizione dell’anziano a situazioni di alto rischio infettivo, come il contatto con più persone, in particolare con quelle estranee al suo ambiente abituale, e soprattutto va evitato il più possibile l’accesso a strutture sanitarie e il contatto con personale sanitario, purtroppo esposto più di tutti al virus!
4. Parlare all’anziano
Ultimo in elenco, ma non ultimo come importanza, non smettere di parlare all’anziano! Molto spesso i familiari o il caregiver, familiare o professionale che sia, anche se dedicano le migliori energie e risorse materiali e assistenziali, tralasciano di dialogare per altri impegni perché presi dalla propria vita, o perché “non c’è il tempo per farlo”, oppure perché è spesso difficile comunicare comprendendo e rispettando i tempi dell’anziano (penso alla tipica frase “Ma come, già ve ne andate?”). Non dimentichiamo che il tempo della giornata di un anziano è dilatato, vuoto, infinito, e le sue modalità di pensare e comunicare possono essere patologiche, distorte, confabulanti (senza nessi temporali e spaziali), asintattiche (quante volte abbiamo sentito dire: “Ma di chi sta parlando?”).
Ripeto, anche se difficile, l’approccio comunicativo andrebbe sempre messo in atto, sia con il verbale (laddove possibile), sia il non-verbale (ove la condizione sia più estrema), per includere il più possibile l’anziano nel mondo!
Vuoi leggere altro sulla cura e le terapie per le persone affette da malattie neurodegenerative? Nel mio blog trovi altri brevi articoli. E se hai bisogno di me, contattami.
Giuseppe Sanges
Specialista in Neurologia
Sono Medico specialista in Neurologia e in Ricerca epidemiologica delle malattie neurodegenerative. Da trent’anni curo quotidianamente persone affette da Parkinson, Cefalee e Alzheimer. Sono anche docente di Neuroscienze per Enti pubblici e privati.
Scrivo gli articoli che pubblico nel mio blog pensando ai miei pazienti e a coloro che, nelle loro ricerche su Internet, vogliono trovare informazioni scientifiche corrette. Spero di essere utile anche per te.