Spesso, chi viene al mio studio dice: «Mi succedono di notte cose strane, dottore… Ho letto qualcosa sulle parasonnie, ma di che si tratta?» Il termine parasonnie incuriosisce e, al tempo stesso, intimorisce. Cerco di rassicurare tutti, spiegando che in alcune persone possono verificarsi disturbi correlati al sonno diversi dall’insonnia. Questi sono definiti parasonnie. In pratica, sono un insieme eterogeneo e complesso di sindromi neurologiche, come il bruxismo e il sonnambulismo.
Bruxismo e sonnambulismo
Non tutte le parasonnie causano insonnia, come, per esempio il bruxismo (che consiste nel digrignare i denti nel sonno) disturbo non patologico molto comune nei bambini, che al massimo può far consumare i denti o dare cefalea al risveglio, di solito lieve; oppure il sonnambulismo, condizione anch’essa benigna, in cui nel sonno si compiono azioni in maniera inconsapevole, come automi, e delle quali non si serba ricordo al risveglio.
Il sonnambulismo interessa persone di età compresa tra 7 e 14 anni e tende a scomparire dopo l’adolescenza. È un disturbo del sonno non-REM, che si manifesta quindi nella prima fase del sonno. Spesso ha origini familiari (80% dei casi) e nel 10-20% dei casi vi è una storia analoga in un parente di primo grado.
Il pavor nocturnus
Un’altra parasonnia che interviene nel sonno non-REM, comune e benigna ma allarmante, di esclusivo appannaggio dell’età infantile (soprattutto pre-scolare) è il pavor nocturnus: il bambino si sveglia improvvisamente, è scosso, piange e strilla ma appare ancora addormentato e non serba ricordo dell’accaduto al risveglio.
Parasonnie che interferiscono col sonno
Poi ci sono le parasonnie che interferiscono con il sonno e che talvolta incidono pesantemente sulla qualità di vita della persona affetta. Tra queste, la più invalidante è certamente il Disturbo comportamentale in sonno REM o REM Behavioral Disturbance RBD (e i sogni agiti che spesso ne rappresentano il fenomeno iniziale) che ho già trattato nel mio post 11 sintomi che aiutano a riconoscere precocemente il Parkinson.
Molto più diffuse sono la Sindrome delle gambe senza riposo (Restless Leg Syndrome RLS) e i Movimenti periodici dell’arto (Periodic Limb Movement PLM) due condizioni di interesse neurologico, che inducono risvegli notturni. Possono coesistere nella stessa persona e la genesi non è del tutto nota: nella maggior parte dei casi il disturbo è idiopatico (vuol dire senza causa documentabile), talvolta secondario a malattia di Parkinson, anemie o a polineuropatie periferiche (leggi Dottore, mi si addormentano mani e piedi… cosa sarà? e anche Cos’è una polineuropatia? Intanto, non ce n’è solo una).
La sindrome delle gambe senza riposo consiste nella necessità improvvisa, volontaria, incoercibile di muovere gli arti inferiori nel riposo e nell’addormentamento, non necessariamente nel sonno! La persona è costretta a muovere gli arti per alleviare il disturbo e questo impedisce il riposo.
Nel disturbo noto come Movimenti periodici dell’arto, invece, la persona (generalmente di età senile e di sesso femminile) presenta movimenti involontari prevalentemente agli arti inferiori ma nel sonno (non-REM), che quindi viene interrotto.
Parasonnie che causano ipersonnia
Più articolata e complessa è la Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS): durante il sonno, il meccanismo automatico generato nel tronco cerebrale attraverso cui respiriamo spontaneamente e ritmicamente si interrompe ripetutamente, causando apnee con risvegli.
Al mattino le persone non ricordano ciò che è avvenuto durante la notte e presentano spesso cefalea diffusa, difficoltà attentive e di concentrazione, e soprattutto ipersonnia (eccessiva sonnolenza) diurna, con l’esposizione a notevoli rischi (pensiamo ad attività lavorative che richiedono attenzione e alla guida, per esempio). Questa condizione, che si osserva generalmente in soggetti obesi, con associate alterazioni del palato molle (ugola) e della lingua (macroglossia=ingrossamento della lingua), va diagnosticata correttamente e rapidamente trattata.
Un’altra condizione che dà ipersonnia, con attacchi improvvisi di sonno e conseguenti gravi rischi è la Narcolessia. Altri fenomeni associati sono la cataplessia ovvero la improvvisa perdita del tono muscolare in seguito a forti emozioni, riso, rabbia, sforzi , le paralisi nel sonno, reversibili, le allucinazioni uditive e visive, spesso descritte come “sogni”, nell’addormentamento (ipnagogiche) ed al risveglio (ipnopompiche). Anche se la persona non ha difficoltà ad addormentarsi (anzi!), il sonno notturno è interrotto da frequenti risvegli e da incubi terrificanti.
Quali sono i mezzi diagnostici?
L’attenta anamnesi, familiare, internistica e neurologica, integrata dall’esame clinico, consente la diagnosi nella maggior parte dei casi. La documentazione con una video-polisonnografia può essere di aiuto nei casi dubbi ed è indispensabile nel sospetto di OSAS. L’esame consente di registrare i parametri fisiologici durante il sonno notturno: l’attività cerebrale con l’EEG, e l’attività cardiaca con l’ECG, la respirazione e i livelli di ossigeno nel sangue, i movimenti oculari e i movimenti degli arti, nonché filmare l’attività notturna.
Quali le terapie?
Sicuramente si può far molto! Anche in queste condizioni così diverse tra loro giova certamente osservare le regole dell’igiene del sonno (leggi Dottore, è vero che esiste un’igiene del sonno?) Questo è il primo passo in tutti i disturbi del sonno.
Bruxismo, sonnambulismo e pavor nocturnus per la loro benignità – e poiché tendono a scomparire da soli – non necessitano di alcuna terapia. Le condizioni più disturbanti invece, necessitano di una appropriata terapia farmacologica, articolata e squisitamente specialistica che va strutturata, come sempre, su misura.
I soggetti con OSAS si giovano della riduzione del peso corporeo, ma soprattutto del trattamento ventilatorio notturno con pressione positiva (Continuous Positive Airway Pressure – cPAP), nonché di interventi chirurgici otorinolaringoiatrici o maxillo-facciali, quando e se sono documentate anomalie anatomiche che provocano ostruzione delle vie aeree.
Vuoi approfondire questo argomento? Nel mio blog trovi altri articoli. E se intanto hai bisogno di me, contattami. Sarò lieto di esserti utile.
Giuseppe Sanges
Specialista in Neurologia
Sono Medico specialista in Neurologia e in Ricerca epidemiologica delle malattie neurodegenerative. Da trent’anni curo quotidianamente persone affette da Parkinson, Cefalee e Alzheimer. Sono anche docente di Neuroscienze per Enti pubblici e privati.
Scrivo gli articoli che pubblico nel mio blog pensando ai miei pazienti e a coloro che, nelle loro ricerche su Internet, vogliono trovare informazioni scientifiche corrette. Spero di essere utile anche per te.