Cresce il numero di pazienti che spesso mi chiedono: è vero che la dieta chetogena (o chetogenica) fa guarire chi soffre di problemi neurologici? E so che ancora più numerose, negli ultimi anni, sono le persone che improvvisano una dieta chetogena seguendo istruzioni che leggono nel web.
Poiché sono convinto che il “fai da te” sia un effetto collaterale molto pericoloso dell’uso scorretto di Internet, e che non si possa certificare con il “sentito dire” che questa dieta curi molte condizioni patologiche, ho voluto incontrare la Dottoressa Anna Medio, Biologa Nutrizionista, esperta in dieta chetogena, che con grande disponibilità e gentilezza ha risposto alle mie domande:
Dottoressa Medio, si legge su riviste scientifiche che la dieta chetogena sia efficace contro molte malattie e che contrasti fattori di rischio di varie patologie come quelle cardiovascolari? È corretto?
Sì. Nell’ultimo decennio di questo nostro secolo, numerosi lavori scientifici hanno fornito prove del potenziale effetto terapeutico delle diete chetogeniche in diverse condizioni patologiche, come diabete, ipertensione, arteriosclerosi. Seguire questo approccio alimentare ha anche visto il miglioramento di parametri ematici cosi da contrastare i fattori di rischio delle malattie come infarto e ictus e patologie neurodegenerative.
Certo che per il neurologo quest’ultimo aspetto è molto importante! Ma esistono dati per quanto riguarda l’impiego della dieta chetogena in altre malattie neurologiche?
Posso dirle che dati sempre più robusti suggeriscono un possibile utilizzo terapeutico delle diete chetogeniche in molteplici disturbi neurologici, come nei postumi di traumi, Alzheimer, Parkinson, disturbi del sonno, autismo, sclerosi multipla, ma soprattutto nell’emicrania e nell’epilessia farmacoresistente in cui si può ottenere una riduzione significativa del numero e dell’intensità delle crisi. Già dagli anni ‘20 del secolo scorso fu entusiasmante scoprire che l’utilizzo del digiuno (o di una alimentazione che simulasse il digiuno come la dieta chetogenica) tenesse a bada attacchi epilettici in bambini considerati farmacoresistenti, in un’epoca in cui, come lei sa, la terapia farmacologica era estremamente “povera”. Con l’avvento poi di farmaci sempre più efficaci e ben tollerati, questo approccio andò gradualmente in disuso, per ritornare poi di nuovo, recentemente, alla ribalta.
Come agisce scientificamente la dieta in questi casi?
Sebbene queste condizioni patologiche siano chiaramente molto diverse l’una dall’altra, la potenziale efficacia della dieta chetogenica potrebbe essere dovuta a un ipotetico effetto neuroprotettivo attraverso il miglioramento dell’utilizzo dell’energia cellulare. Tuttavia, l’esatto meccanismo con cui una dieta chetogenica possa agire è poco compreso ed è ancora oggetto di studi.
Ma cos’è, in parole semplici, la dieta chetogenica?
Dieta chetogenica o chetogena si riferisce a un particolare regime alimentare che, in seguito ad una drastica riduzione dei carboidrati (zuccheri, come quelli semplici che aggiungiamo al caffè o con cui si confezionano i dolci, e complessi come pasta, riso, cereali, pane, pizza) è capace di produrre nel corpo la formazione di molecole chiamate corpi chetonici, che avranno scopi energetici nelle nostre cellule al posto dei carboidrati. È importante sapere che anche in condizioni “normali” ad esempio dopo il digiuno notturno, il nostro corpo produce i corpi chetonici per scopi energetici, per cui con questa dieta noi “sfruttiamo” le capacità del nostro corpo in tali meccanismi.
Quanto può essere efficace e sicura per chi la segue?
Questa “terapia nutrizionale“ può essere efficace e sicura se calibrata e monitorata nel tempo. Esistono varie tipologie di diete chetogene in base al contenuto di grassi (alto o basso, quindi a tenore iperlipidico o ipolipidico) ma sempre normoproteica, in grado, cioè, di soddisfare il fabbisogno proteico della persona, rappresentando cosi un regime alimentare assolutamente sicuro.
Può spiegarci, in poche parole, come agisce?
Bene, i corpi chetonici si producono a partire dai grassi, quando la disponibilità dei carboidrati è limitata, nei mitocondri delle cellule del fegato, e poi vengono immessi nel circolo sanguigno per raggiungere i vari distretti corporei. Tali grassi possono essere di origine “endogena” cioè derivanti dalla mobilitazione dei grassi conservati nel tessuto adiposo sottocutaneo e addominale (e quindi ecco l’utilizzo del regime dietetico anche per scopi dimagranti) oppure “esogeno” cioè introdotti con l’alimentazione. Non è ancora chiaro del tutto se i benefici di una dieta chetogenica siano dati dai corpi chetonici in sé o da un cambio nella propria alimentazione che induce anche un miglioramento della risposta glicemica e insulinemica, o degli effetti combinati di entrambi. Sicuramente in letteratura e nella pratica clinica sono ormai noti i benefici derivanti dall’utilizzo di tale approccio.
Come può utilizzare la dieta chetogena chi è affetto da emicrania o epilessia?
Soggetti emicranici o epilettici farmaco-resistenti o con altri disturbi neurologici, sia normopeso che sovrappeso possono implementare questa terapia alimentare con protocolli più o meno dimagranti, che differiscono tra loro per l’introito giornaliero di proteine e grassi e di calorie mantenendo invece invariata la bassa assunzione di carboidrati. Ovviamente, affinché il tutto funzioni è indispensabile che il paziente venga prima inquadrato in maniera estremamente accurata dal neurologo e che la dieta sia condotta sotto stretto controllo di un nutrizionista o dietista, dopo un’attenta anamnesi che possa indirizzare verso il protocollo più adatto alle esigenze personali.
Ringrazio la Dottoressa Medio per aver messo ordine nelle nostre informazioni sulla dieta chetogena e per essere magari disponibile con altri consigli e suggerimenti. A beneficio di chi volesse porle altre domande, informo che Dottoressa Anna Medio, Biologa Nutrizionista, riceve per appuntamenti a Ercolano e Torre del Greco. I suoi contatti: email anna_medio@hotmail.it – cellulare 349 2625249 – Facebook @AnnaMediobiologanutrizionista.
Vuoi conoscere altri aspetti legati alle cefalee e all’epilessia (ma non solo)? Cerca nel mio blog gli articoli che possono interessarti. E se intanto hai bisogno di me, contattami. Sarò lieto di esserti utile.
Giuseppe Sanges
Specialista in Neurologia
Sono Medico specialista in Neurologia e in Ricerca epidemiologica delle malattie neurodegenerative. Da trent’anni curo quotidianamente persone affette da Parkinson, Cefalee e Alzheimer. Sono anche docente di Neuroscienze per Enti pubblici e privati.
Scrivo gli articoli che pubblico nel mio blog pensando ai miei pazienti e a coloro che, nelle loro ricerche su Internet, vogliono trovare informazioni scientifiche corrette. Spero di essere utile anche per te.