La terapia del dolore, detta anche algologia o terapia antalgica, si occupa del trattamento del dolore cronico, un dolore che, indipendentemente dalla causa, persiste oltre i tempi ragionevoli di guarigione.
In passato anche recente, “terapia del dolore” era sinonimo di dolore nei malati affetti da un tumore maligno, mentre oggi la definizione “dolore cronico” è molto più inclusiva, poiché comprende:
- patologie osteo-articolari croniche-degenerative e infiammatorie (artrosi/artriti),
- condizioni neurologiche con dolore neuropatico (che origina da un danno dei nervi periferici o del volto),
- oppure dolore originato da lesioni del sistema nervoso centrale (sclerosi multipla, esiti di ictus, danni al midollo spinale).
Nel dolore cronico, talvolta, i neurotrasmettitori continuano a inviare la sensazione del dolore al cervello in una forma di “apprendimento distorto”, anche se l’evento patologico (causa del dolore) è cessato e la causa rimossa. Il dolore cronico, soprattutto se severo, è causa di grave inabilità sia fisica che psicologica e conduce al ritiro, alla chiusura, alla depressione, con ulteriore aggravamento del dolore e peggioramento della qualità di vita.
Il dolore cronico è una condizione difficile da trattare per la presenza della patologia causale – che è cronica – o per la coesistenza (comorbidità) con altre patologie.
Quali trattamenti include la terapia del dolore?
L’armamentario terapeutico si avvale sia di farmaci (analgesici non oppiacei, oppiacei, antidepressivi triciclici, antiepilettici, spesso in associazione per ottenere un sinergismo che potenzi i loro effetti, minimizzando le collateralità indesiderate) che di procedure tecniche, (blocchi nervosi con anestetici, uso di “energie fisiche” come radiofrequenza e TENS) queste ultime di pertinenza dello specialista anestesista-algologo. Tutti questi mezzi si utilizzano dopo accurata valutazione del paziente, con una modalità “a gradini” a seconda dell’intensità del dolore.
Negli ultimi anni la terapia del dolore sta diventando finalmente una pratica sempre più diffusa in Italia, anche se lentamente e soprattutto per merito della legge 38/2010. La legge definisce i ruoli e le competenze necessarie (medici di medicina generale, pediatri, oncologi, radioterapisti, geriatri, neurologi e, ovviamente, anestesisti), i programmi e le linee-guida per la corretta gestione del dolore cronico, non necessariamente ed esclusivamente oncologico (cioè in corso di tumore maligno). Quindi, indipendentemente dalla causa, si legittima il sollievo ad ammalati di altre patologie, sia ortopediche che reumatologiche, post-traumatiche e neurologiche (sclerosi multipla, malattie midollari, cefalee in primis).
Un po’ di storia sulla terapia del dolore: i primordi.
È interessante segnalare che forse la più remota descrizione di dolore giunta a noi risale al IV millennio a.C. ed è relativa a una cefalea, quindi a una patologia neurologica. Tutte le popolazioni del passato (dagli Assiri agli Egizi ai Cinesi agli Incas, Maya e Aztechi) ritenevano il dolore una manifestazione dell’intrusione nel corpo di spiriti e fluidi maligni o conseguenza di una maledizione o di una punizione divina. Perciò la medicina arcaica si avvaleva, in massima parte, della magia, dei riti propiziatori, di sacrifici e anche di manovre pratiche e di rudimentali presidi farmacologici derivati dalla natura, come la coca, l’oppio, la cannabis.
Ippocrate di Kos è il primo studioso che cerca di operare una analisi critica, “scientifica”, del fenomeno dolore. Nel ‘500 Paracelso comincia a sistematizzare gli effetti dell’etere sugli animali e per questo il discusso scienziato potrebbe essere considerato, in qualche modo, il padre della moderna anestesia. Purtroppo, per certi suoi atteggiamenti e idee non proprio ortodosse e a rischio di condanna presso la Santa Inquisizione, fu emarginato dall’establishment scientifico e le sue scoperte vennero trascurate, facendo ritardare di circa 300 anni l’impiego di uno dei più importanti presidi per la pratica medico-chirurgica.
Dal ‘700 cominciarono ad essere utilizzati protossido d’azoto ed etere, anche se con un certo scetticismo da parte della classe medico-chirurgica più conservatrice. È il XIX secolo che vede la nascita di primordiali tecniche anestetiche: il 16 ottobre 1846, a seguito degli studi di William Green Morton, presso il Massachusetts General Hospital di Boston John Collins Warren poté asportare un tumore dal collo in un paziente anestetizzato con l’etere (i cui vapori, emanati da una spugna imbevuta e contenuta in una sfera di vetro, Morton aveva fatto aspirare al paziente) senza che costui percepisse dolore. La sala in cui fu eseguita la storica operazione prese il nome di Ether Dome e oggi è considerata un vero e proprio monumento dedicato a questo evento così importante.
La terapia del dolore contemporanea
John Bonica (16 febbraio 1917 – 15 agosto 1994) italo-americano di origini siciliane, è stato un personaggio singolare: anestesista nonché wrestler professionista, è considerato il padre della moderna terapia del dolore ed è a lui che si deve questa definizione. Nel corso degli anni Bonica, a causa del sommarsi di lesioni osteo-articolari e muscolari dovute alla pratica dello sport e dei molteplici (18!) interventi chirurgici, iniziò a studiare in maniera analitica il problema dolore, le possibilità di un trattamento e a strutturare un approccio multidisciplinare. A tal fine organizzò una Clinica ad hoc presso l’Università di Washington e nel 1973 fondò la “Associazione Internazionale dello Studio del Dolore“.
Nel 1953, sulla scorta della sua vastissima e appassionata ricerca clinico-scientifica, John Bonica pubblicò un voluminoso tomo di 1500 pagine intitolato The Management of Pain (Il Trattamento del Dolore), tradotto in diverse lingue e considerato ancora oggi il testo di riferimento.
Vuoi approfondire questo tema o hai bisogno di me? Contattami e, se vuoi, incontriamoci il 26 settembre 2019 al Corso di Alta Formazione “Il dolore acuto e cronico: dalla ricerca alla clinica” organizzato da Partenos. Sarò lieto di conoscerti.
Giuseppe Sanges
Specialista in Neurologia
Sono Medico specialista in Neurologia e in Ricerca epidemiologica delle malattie neurodegenerative. Da trent’anni curo quotidianamente persone affette da Parkinson, Cefalee e Alzheimer. Sono anche docente di Neuroscienze per Enti pubblici e privati.
Scrivo gli articoli che pubblico nel mio blog pensando ai miei pazienti e a coloro che, nelle loro ricerche su Internet, vogliono trovare informazioni scientifiche corrette. Spero di essere utile anche per te.